VISITA AI SIMULACRI
La Parrocchia dei SS Pietro e Paolo e la Confraternita Santissima Annunziata, in collaborazione con il comune di Oleggio, hanno allestito all’interno della chiesa di Santa Maria l’esposizione della Sindone e di alcuni antichi simulacri come segno di continuità con la tradizionale Processione del Venerdì Santo e spiritualità nonostante il momento che stiamo vivendo.
Vi invitiamo a visitare questa particolare esposizione venerdì 2 e sabato 3 aprile dalle 7 alle 19.
Ricordiamo che l’accesso alla chiesa è libero ma regolamentato secondo le vigenti normative covid19, l’ingresso è previsto da via Pozzolo e piazza Bertotti.
La processione del Venerdì Santo o “del Cristo Morto” di Oleggio
La Processione del Venerdì Santo di Oleggio, è una delle più importanti manifestazioni religiose della Settima Santa del Novarese.
La prima testimonianza è riferibile al 1595.
Nel 1751, si può affermare che la processione fosse già esistente e gestita dalla Confraternita della SS. Annunciata, ma con molta probabilità, la processione veniva già effettuata precedentemente, come riportato durante la visita pastorale di Carlo Bascapè del 1595.
Il rito effettuato già a partire dal secolo XVI, fu trasformato nella seconda metà del ‘700.
La funzione, celebrata fino al secondo dopoguerra del XX sec. la sera del Giovedì Santo, fu in seguito trasferita al Venerdì Santo.
Tale processione, si può definire come un vero e proprio rito drammatico risalente al periodo barocco: il funerale di Cristo morto.
La Processione antica
Grazie alla presenza di un testo rituale, si può ricostruire l’antica processione con minuziosità.Anticamente la manifestazione veniva pubblicizzata con volantini d’invito generale in cui venivano sommariamente descritti i principali rituali e in un altro volantino, si comunicava invece che tale manifestazione si doveva svolgere nel massimo della decenza “…Si avvisano tutti quelli che dove deve passare la processione a polire le strade et illuminarla alla meglio che ciascheduno pole per fare quest’onore a Gesù morto”.
Il rito aveva inizio alle ore ventidue dalla Chiesa di Santa Maria dove “…si ritrovavano tutti disposti per incamminare la processione, massime le Venerande Confraternite”.Un’ora prima dell’inizio, gli Ufficiali della Confraternita della SS. Annunciata incantavano pubblicamente i misteri da distribuire ai vari partecipanti.
Una volta distribuiti i misteri, aveva luogo un corteo stabilito da un preciso cerimoniale.
Non si hanno molte informazioni sul palcoscenico appositamente costruito in Chiesa Parrocchiale e su cui veniva innalzata la croce con il manichino del Cristo ad arti snodabili.La deposizione era preceduta dalla lettura della Passio, dove venivano commentati gli eventi drammatici della Passione di Gesù. In seguito il simulacro del Cristo morto, veniva deposto dalla croce con gesti lenti accompagnati da numerosi canti: “Sei morto per noi” dopo aver tolto il cartello I.N.R.I., “Ah Corona D’orore” nel momento in cui si asportava la corona di spine, “Schiodato quella mano destra” dopo aver schiodata la mano destra, “Solo pene e dolori” dopo aver tolto il chiodo dalla mano sinistra e “Novo Giuda voi siete” dopo aver schiodato i piedi. Alla fine dopo aver calato il corpo dalla croce e intonando il canto “Aprite o Giusti il seno”, il corpo veniva deposto su uno scoglio, unto con unguenti aromatici e deposto nella bara processionale. Infine concludeva il rito il sermone in toni molto duri.
La fase finale dell’antico rito, prevedeva che la processione si snodasse col Cristo morto per le vie del paese, sino all’antico borgo (ormai scomparso) del Galnago.
A tale processione partecipavano i componenti delle sei Confraternite oleggesi i chierici, il Consorzio delle donne ed il popolo, secondo un ordine sancito dalla scala sociale.
Chiudeva la statua della Madonna Addolorata, anch’essa circondata da otto torce e dagli alabardieri.